Giambruno, compagno di Meloni: «Io diviso tra Milano e Roma, ho da accudire una bimba. Giorgia? È a casa alle 23» (2024)

di Candida Morvillo

Il compagno della premier e il ritorno in tv: «Sacrifici, ma questo so fare: raccontare. La famiglia? Organizzarsi a questa nuova vita è stato un girone dantesco»

Giambruno, compagno di Meloni: «Io diviso tra Milano e Roma, ho da accudire una bimba. Giorgia? È a casa alle 23» (1)

Andrea Giambruno, in questi tre mesi con la sua compagna Giorgia Meloni a capo del governo, cosa è stato più difficile del previsto e cosa meno?
«Sapevo che avrebbe dovuto viaggiare tanto, ma non pensavo tutti i giorni. È stata in Albania, Spagna, Bruxelles, Egitto, Indonesia. Organizzarsi è stato un girone dantesco».

Al G20 di Bali ha portato vostra figlia Ginevra, raccogliendo critiche tali da dover rispondere «ritenete che come cresco mia figlia sia materia che vi riguardi?».

«Ha fatto bene. C’è stato pure chi ha detto che stavo a Bali a scrocco anch’io, ma ero a Milano a lavorare».

Per la mamma il tema è riuscire almeno a dormire a casa?

«Riuscirci è più complicato del previsto. Non so davvero Giorgia come faccia. Anche quando è a Roma, non arriva prima delle 23».

Che desiderio pensa che abbia espresso Giorgia, domenica, spegnendo le 46 candeline di compleanno?

«Credo quello di fare bene il suo lavoro riuscendo anche a far passare il messaggio di quanto resta leale ai suoi ideali e al Paese. Io so quanto ci si sta dedicando, ma in tre mesi nessuno ha la bacchetta magica e certe strumentalizzazioni sono un esercizio scorretto».

Mettiamola così: lei, da professionista dell’informazione e da compagno, quali critiche ha trovato ingiuste e quali giuste?

«Ho trovato strumentali quelle sulla presunta incoerenza del taglio delle accise. Anche mia figlia di sei anni capisce che c’è differenza fra parlare di accise nel 2019 e parlarne oggi, fra guerra, pandemia e crisi energetica. Non tagliarle è stata una scelta politica del governo: per trovarci dell’incoerenza, devi essere molto creativo».


Una critica giusta, invece?

«Forse, la decisione poteva essere comunicata in maniera diversa. Ma, dopo, mi sembra che le ragioni siano state chiarite bene. Giorgia qualcosina l’ha fatta: si diceva che sarebbe andata in esercizio provvisorio e ha fatto la manovra in venti giorni, è andata in giro per il mondo e siamo tornati centrali dal punto di vista geopolitico. Ora, parliamo con la Cina, l’America, con al Sisi, abbiamo riportato a casa dall’Iran Alessia Piperno, arrestato Matteo Messina Denaro».

Voi due come e dove avete festeggiato il compleanno?

«In casa di amici, niente di trascendentale, con una cena come se ne fanno, anzi, se ne facevano tante».

Subito dopo, lei è partito per Milano: da lunedì, è tornato in video dopo un passo indietro da «First gentleman» e conduce il Diario del giorno del Tg4. Cosa è cambiato da allora?

«Che il governo ha preso l’abbrivio. Avevo lasciato la conduzione di StudioAperto mentre il governo si insediava e potevo essere passibile di critiche, ma sono un giornalista, questo so fare: raccontare. Prima o poi, dovevo tornare. Tanto, se domani facessi il dirigente, direbbero che lo faccio perché sono il compagno di Giorgia, se aprissi un bar, direbbero che lo faccio perché sono il compagno di Giorgia. Che devo fare: stare a casa e prendere il reddito di cittadinanza?».

Condurre quel programma, però, significa stare a Milano.

«Comporta qualche sacrificio dal punto di vista familiare, ma essere disponibile era il segnale giusto da dare all’azienda, che mi è venuta incontro».

Perché, ora, le è venuta una vocina bassa?
«Perché capisco che la mia situazione rappresenta un unicum».

Il sito Dagospia sostiene che Mediaset, dopo averla retrocessa ad autore, ha risposto picche alla sua richiesta di stare a Roma, più vicino a sua figlia. «Cose che succedono», ha scritto, «quando qualcuno non ottiene di diventare ministro». Come prende le allusioni a presunte interferenze berlusconiane contro di lei?
«Glielo dico col cuore aperto: in 15 anni di lavoro, in azienda, non ho mai avuto un problema con nessuno. Lascio parlare, criticare... Un quotidiano ha scritto che lunedì avevo ospite il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, come a dire che l’avevo perché è di Fratelli d’Italia, ma non ha scritto che c’era anche la capogruppo al Senato del Pd, Simona Malpezzi. Tutti i conduttori hanno un’idea politica. Non è che se una domanda la pone Giovanni Floris o Paolo Del Debbio va bene e se la pongo io è faziosa. Forse, sei tu che sei in malafede. E cito Del Debbio che per me è un gigante e la persona che mi ha insegnato più di tutti a fare questo mestiere in 15 anni in cui ho lavorato a tutti i talk d’informazione di Mediaset. Quanto alla scelta dell’azienda di tenere la diretta a Milano, credo sia una normale questione di natura economica nella quale non ho facoltà di addentrami».

Diario del giorno è condotto a rotazione. D’ora in poi, condurrà sempre lei?
«No, anche perché, appunto, ho da accudire una bimba. Quando posso garantire la mia permanenza a Milano, condurrò, altrimenti, continuerò a curare il programma da Roma come ho fatto in questi mesi, fra l’altro, con una squadra di ragazzi d’oro».

È stato un battesimo di fuoco: è partito con l’arresto di Matteo Messina Denaro e la diretta allungata di oltre un’ora.
«La notizia è storica e bisognava darle la giusta rilevanza».

Che effetto le ha fatto aprire con le dichiarazioni di Giorgia Meloni?
«Ero contento per il Paese. Abbiamo rimesso in onda le dichiarazioni del presidente quando disse: affronteremo il cancro mafioso a testa alta».

Chiama la sua compagna «il presidente»?

«Se ne parlo con gli amici, dico Giorgia. Se ne parlo per lavoro, rimane “il presidente”».

Qual è il suo progetto di racconto dell’attualità?
«Vorrei far sentire sempre più testimonianze, la voce della gente vera, non il racconto della realtà come qualcuno vuole farla passare. Il buonismo, per esempio, non ha corrispondenza nella vita quotidiana».

Come ha fatto, aprendo la prima puntata, a sbagliare il nome di Matteo Messina Denaro chiamandolo Stefano?
«Abbiamo cambiato studio tre minuti prima della messa in onda, non funzionava il microfono, non c’era la luce, non c’era niente. Dovevo avere collegata Rita Dalla Chiesa e non c’era. Avevo davanti solo Stefano Zurlo e ho detto Stefano. Succede. Che devo fare?».

Che cosa vi ha detto papa Francesco il 10 gennaio?
«C’eravamo anche io e Ginevra, ma era un incontro privato e non so cosa si sono detti, da soli, Giorgia e il pontefice. So che lei era molto contenta e che, come famiglia, è stata una giornata emozionante. Il papa ha avuto un gesto molto dolce: ha regalato a Ginevra un sacchetto di cioccolatini e lei che è tanto golosa e ovviamente troppo piccola per capire la portata dell’evento, si è mangiata tutti gli ovetti Kinder davanti al papa».

Voi davanti al papa un po’ fa pensare: sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana... Non sono sposata.

«Credo che accadano cose più interessanti nel mondo».

La accompagnerà anche in visita da Volodymyr Zelensky?
«No. La mia presenza non è richiesta e io sono concentrato sul lavoro. Non ho in programma, per ora, altre presenze pubbliche. Laddove fossero previste, mi organizzerò».

Da papà, come ha accompagnato Ginevra nello stravolgimento della routine?
«Inizia capire che la madre c’è meno. Ma i genitori sentono lo stato d’animo dei figli e io vedo che lei cresce serena, che non le manca nulla».

Il faccino è quello della mamma. Il carattere?
«Vorrei dirle mio, ma sarei di parte. Credo sia testarda come la mamma, ma che, come me, è sì precisa, ma su alcune cose si stanca in fretta, mentre Giorgia sta lì finché non ha studiato pure le virgole».

La foto social per gli auguri di Natale non era da famiglia reale in posa, ma fatta al volo. Quindi, studiatissima per farvi sembrare molto normali?
«No, no. Proprio fatta al volo. Se guarda bene, vede pure i giocattoli in disordine sullo sfondo».

Alla prima della Scala, «il presidente» ha detto «ogni tanto cerchiamo di frequentarci». Com’è stata per lei quell’uscita con Sergio Mattarella e Ursula von der Leyen?
«Lei l’ho trovata addirittura gioviale, molto in sintonia con Giorgia. Mattarella lo avevo già visto, ma è sempre impattante anche solo a scambiarci poche parole. Mi spiace che di quella sera non sia stato sottolineato abbastanza il messaggio di unità fra presidenza del Consiglio e della Repubblica».

Sui social, le sue foto in smoking hanno raccolto apprezzamenti.
«Tutti sono più belli in smoking e l’avevo perché era richiesto».

Nel post del compleanno, Giorgia ha scritto, fra le altre cose, «mi auguro di non farmi ammaliare dalle sirene del potere». Lei quanto ha percepito in casa il richiamo di queste sirene?
«Ho percepito in lei la volontà di non farsi cambiare. Il potere è ammaliante, piace a tutti, ma lei è avveduta e sa che lo devi gestire, se no, è lui che gestisce te. È come nel film L’avvocato del Diavolo: la vanità è il peccato a cui andiamo ad ambire».

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19 gennaio 2023 (modifica il 19 gennaio 2023 | 11:00)

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